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Prigionia: femminile singolare

2017-02-04 17:42

Pagliacci Clandestini

Vento che muove, Stagione 2016/2017, Vento che muove, Stagione 2016/2017,

Prigionia: femminile singolare

5/6 maggio 2017 – ore 21:00

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Studio per donna solaProgetto di e con Cristina CarrisiCollaborazione alla drammaturgia Aniello Nigro e Giovanna ManfrediniRegia Luca Sebastiano Scelfo
Il progetto è stato premiato lo scorso 6 novembre 2016 al Teatrocittà di Roma, in occasione del concorso di corti teatrali Frammenti al Femminile, come migliore Spettacolo (Primo Premio) e Menzione Speciale Migliore Attrice Under 35.
Un paravento. Un’attrice sola in scena. Diversi archetipi e personaggi per un tema multiforme come multiforme è il femminile: la dispersione e l’oblio della donna, che perde se stessa nel tumulto, nell’inquietudine, nell’indifferenza, nell’abitudine, nell’illusione, nel culto, nell’alterità dell’amore. La presenza maschile è esclusivamente evocata, spesso bramata, sicuramente immagi-naria e pretestuosa per uno scavo dentro sé, per un dialogo che lei intraprende quasi sempre e prima di tutto con la propria anima.E poi un personaggio "intruso", la psicanalista, che prova a tirare le fila del senso, dei "perché", da cui ripartire.L’ombra del tanto dibattuto "femminicidio" si staglia sullo sfondo ma resta pura ombra, riflesso; a priori e ancora al di qua del discorso, sotto i riflettori è piuttosto la tensione sacrificale muliebre e la vocazione suicida ad essa intrinseca, a tratti comica a tratti amara. Tensione da cui lei sempre potrebbe, dovrebbe emanciparsi.Tra visceralità, isterismo, senso materno e follia, uno studio per donna sola, alla ricerca di un’attualità di rappresentazione del femminile, ma anche di quintessenza trasversale dell’essere donna, delle sfumature infinite e delle frontiere di uno stato esistenziale fondamentalmente in ascolto.
L’idea di Prigionia nasce essenzialmente dall’esperienza di vita di una donna, che inci-dentalmente è anche un’attrice, e si arricchisce sul percorso delle vicende umane di altre donne, con cui è entrata in contatto. Personalmente e/o attingendo a fonti che vanno dal mito alla cronaca, poco importa.Racconto tante donne che sono una donna. Racconto una donna che è tante donne. Dalla pluralità di sembianti di donna emergenti nel dipanarsi del racconto, vivido si fa il volto di un autosabotaggio. Che sia pazza o savia, sterile o fertile, artista o no, assediata dalla guerra o dalla pace, perdente o vincente, è una donna che esplora, si arrovella, cerca fuori di sé affannosamente. Ha perso i suoi istinti autoprotettivi nell’altrui compiacimento. Non sa amare se stessa, non abbastanza.La drammaturgia lavora alla ricerca di luci, immagini, corporeità, coscienze, suoni, parole, evocazioni che tracciano e intrecciano, disegnano profili di donne esemplari, capovolgendo la prospettiva passiva che vede le donne vittime di abusi, violenze, discriminazioni, per dare corpo e voce all’io che di quel disagio è protagonista. La prospettiva attiva è - se non sempre lucidissima - alla ricerca di consapevolezza, tenta di recuperare il punto di vista delle donne, senza arretrare di fronte agli odierni fatti di cronaca, dove il mondo dei social network e del web in genere, pervenendo a surrogato di "piccola comunità" e determinandosi nel ruolo di opinione pubblica/carnefice, arriva a perpetrare casi limite di femminicidio morale. La recentissima vicenda di una giovane donna toltasi la vita a seguito dell’incontrollabile diffusione sulla rete di video hard che la ritraggono - video che in un primo momento lei stessa aveva inviato ad amici con leggerezza - mostra un prototipo di donna che oblia se stessa degradando la propria intimità a merce di scambio, salvo poi chiedere e non potere ottenere dalla legge un tardivo "diritto all’oblio" del suo caso, ormai consegnato al meccanismo impazzito quale è, appunto, il web all’epoca dei selfie e del cyberbullismo. Citando E. Albinati "Intimità vuol dire sentirsi ed essere, e anche mostrarsi vulnerabili: la debolezza può venire sfruttata, la fiducia tradita, il proprio esporsi può essere deriso" e ciò è tanto più vero per quel che riguarda la sessualità femminile.A dipanare la matassa di donne che parlano di donne è la simbolica e maieutica funzione-personaggio della psicanalista. Se non è semplice squarciare quel velo femminile di "impotenza appresa", di cui in modo illuminante tratta la studiosa Clarissa Pinkola Estés, il senso di questo progetto è il pretesto affinché della forza e potenzialità straordinarie che ha dentro sé, ogni donna possa prendere atto.Quando le donne non parlano [...] tace il naturale e il selvaggio nel mondo. Tacciono i canti e le danze e le creazioni. Tacciono l’amore, e le voci della consapevolezza.
Cristina Carrisi si forma giovanissima a Roma con Sofia Amendolea. Lavora con D. Camerini (La notte del soldato), A. Avallone (Questi fantasmi), R. Ni-colai (L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro), J. Serafini (Musique pour toi seul), F. Festa (Cose di ogni giorno vere), S. Guerro (Amleto-Lascia che i morti seppelliscano i morti). Col drammaturgo Aniello Nigro fonda nel 2009 l’associazione culturale Animari e vi allestisce T:Tralasciando Godo, I gabbiani di Napoli, Mani nel fuoco (quest’ultimo diretto da M.Maiorino). Dopo la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo alla Sapienza di Roma, si perfeziona a Bologna alla Scuola Alessandra Galante Garrone con Claudia Busi, Alessandra Frabetti, Massimo Sceusa. Lavora con Vittorio Fran-ceschi in Una corolla di tenebre. Recita nel cortometraggio Il metodo di Fabri-zio Guerra e nella docu-fiction per Rai3 Amore Criminale. Nel 2015 per la Compagnia Cincopan-Beghelli veste il ruolo di Marianela Garcia Villas in Con le mani nude di R. Costi e interpreta e co-dirige Il caso di Alessandro e Maria di Gaber-Luporini. Per Teatri Mutevoli ha partecipato a L’inserzione (N. Ginzburg) per la regia di Massimo Sceusa ed è Patrizia nel la-voro scritto e diretto da Luca Sebastiano Scelfo Sputa in cielo che in faccia ti torna. Per Officina dei tratti, di cui è co-fondatrice nel 2013, è dapprima Olivia nel fortunato tour di What you will-La dodicesima notte (Premio AmarAmar 2015) per la regia di Gabriele Tesauri e poi ideatrice del progetto in essere Prigionia: femminile singolare. Studio per donna sola (scritto con A.Nigro e G. Manfredini), monologo diretto da L. S. Scelfo, recentemente premiato da Frammenti al Femminile 2016 al Teatrocittà di Roma come Migliore corto teatrale e la Menzione Speciale di Migliore Attrice Under 35.
Luca Sebastiano Scelfo inizia i propri studi musicali in Sicilia con la pianista Mariaconcetta Cascio e si accosta al teatro sotto la guida degli artisti ennesi Mariagrazia Malara e Gaetano Fontanazza. Studia canto lirico presso il Conservatorio di Musica G.B. Martini di Bologna con i soprani Stella Parenti ed Ester Castriota, ottiene il diploma di compimento inferiore della scuola di pianoforte con il concertista Stefano Malferrari e la licenza di teoria e solfeggio per strumentisti e cantanti col maestro Walter Proni. Studia, inoltre, presso la Bernstein School of Musical Theatre diretta da Shawna Farrell. Approfondisce lo studio della recitazione con Alessandra Frabetti, Ma-rinella Manicardi e Marina Pitta. Nel 2013 è allievo del corso di dram-maturgia del regista Gabriele Tesauri presso il teatro Arena del Sole di Bologna. Nel 2010 Lavora come artista di coro per l’opera lirica e l’operetta. Inoltre lavora come direttore di coro e compositore di musica sacra. Nel 2008 fonda l’associazione culturale Teatri Mutevoli con la quale produce i musical Sei Perfetto, Ti Amo... Cambieresti? (di Joe Di-Pietro e Jimmy Roberts) spettacolo vincitore della categoria musical Festival delle Arti 2009 - Andrea Mingardi, And The World Goes Round ( di John Kander and Fred Ebb) e John & Jen (di Andrew Lippa e Tom Greenwald). Nel 2014 e 2015 lavora per il teatro ragazzi con la Compagnia delle Spille. E’ autore e regista della commedia Sputa in cielo che in faccia ti torna e dei musical per ragazzi Dentro una fiaba e Rapunzel. Regista dello spettacolo Prigionia: Femminile Singolare vincitore del Primo Premio al concorso Frammenti al Femminile 2016, Teatrocittà di Roma.
Aniello Nigro, laureato alla Sapienza di Roma in Scienze Umanisti-che indirizzo Teatro e Arti Performative, specializzato in drammaturgia, nasce come attore, recitando in varie compagnie professionistiche, per anni facente parte della compagnia del Teatro dell’Angelo di Roma, per poi passare esclusivamente alla scrittura per il teatro.È autore di numerosi testi e adattamenti teatrali tra cui si ricordano: T: Tralasciando Godo (2005); La libellula (2006); Logiche Kamikaze (2007); Le signore Cannavaccio (2007); Camera 70 dop (2008); Attorno/Dopo/Senza Jones (2009); Le Mani nel fuoco (2009); Madre Teresa di via Margutta (2011); I gabbiani di Napoli (2010); Bank Bank di colpo lei: Cris (2012); Il soldato Woyzeck (2013); MacBeth - La poltrona (2014); Racconto (2016).È vincitore del Premio Scripta volant (2010) come miglior dramma-turgo degli ultimi 5 anni. Vincitore del Premio Tespi (2012) per il testo I gabbiani di Napoli. Inoltre è autore del saggio La drammaturgia dell’attesa, tesi di laurea valutata dalla commissione, riunitasi in seduta speciale, come di grande interesse scientifico e pubblicata dalla stessa università La Sapienza di Roma.È autore e conduttore di programmi televisivi e radiofonici satirici come iTopiNipoTi, TNT, CasaVolpe, in onda dal 2013 su LIRATV e su RadioMpa.Ha lavorato come conduttore di vari laboratori teatrali e di scrittura cre-ativa presso l’Università di Roma, di Macerata e in strutture culturali delle Marche, dell’Emilia Romagna e dell’Abruzzo.Dal 2009 è presidente dell’associazione culturale Animari.
Giovanna Manfredini ha collaborato con Zoè Teatro di Bologna (diretta da Gianni Mavi) e, attualmente, contribuisce con i suoi articoli al sito di storie, libri, teatro e critica cinematografica www.bordopagina.it. Pubblicazioni: Le Nuvole di Armunia su Next n° 17 (come vincitrice del Concorso di Narrativa Cyberpunk 7° Edizione, anno 2010), racconto Scacco al Re nel sito Storiebrevi.it (Gruppo Editoriale l’Espresso, anno 2013), racconto Parzialmente Umano su Amazon.it e delle poesie Ricordi della civiltà nell’Antologia del premio Guido Zucchi 2013 della città di Bologna. Ha studiato drammaturgia teatrale con Francesco Silvestri (Holden), Giancarlo Brancale (Scuola di Teatro Colli a Bologna) e Gabriele Tesauri (Arena del Sole Bologna).