L’idea di questo progetto nasce dalle immagini di Idomeni trasmesse in tv. Dal 28 di settembre al 3 di ottobre i Pagliacci Clandestini decidono di intraprendere questo viaggio. Il 28 settembre sbarcano a Salonicco dando inizio al progetto "Greece - persone che incontrano persone". Questa esperienza si realizza grazie alla collaborazione con Enzo Infantino, conoscitore del territorio e con esperienza di missioni di solidarietà all’estero. Il gruppo è composto da cinque attori della compagnia Pagliacci Clandestini, dal fotografo professionista Pietro Politi e da Enzo Infantino. Il progetto è completamente autofinanziato. Prima della partenza il gruppo si adopera per una raccolta fondi e beni di prima necessità: vestiario, medicine e giochi da lasciare nei campi profughi greci. I Pagliacci Clandestini con Enzo e Pietro incontrano in pochi giorni circa 2000 persone. Ogni partecipante ha condiviso il proprio talento artistico e la propria umanità con il popolo curdo siriano che ha accolto con enorme generosità sia le esibizioni teatrali dei clown sia il desiderio di ascolto delle loro storie, permettendo scatti fotografici e interviste. Come spesso accade durante i primi mesi gli avvenimenti sono sotto i riflettori, dopo, tutto finisce nel dimenticatoio. Il gruppo "Greece - persone che incontrano persone" non vuole che cada il silenzio sulla condizione in cui sopravvivono migliaia di persone bloccate in Grecia, in quel limbo rappresentato dai campi profughi intorno a Salonicco, autorizzato dai governi europei dove la quotidianità è quella di una vita senza acqua corrente, senza energia elettrica, in condizioni igieniche pessime, con servizi scolastici e sanitari garantiti solo dai volontari. Questo primo viaggio in Grecia rappresenta solo il primo step del progetto "Greece - persone che incontrano persone" . Infatti, per tenere alta l’attenzione, sono tante le iniziative che il progetto vuole realizzare e sviluppare a partire dal territorio locale.Obiettivi Mantenere alta l’attenzione sulle condizioni che vivono tutte le persone bloccate ancora oggi nei campi profughi in Grecia. Sensibilizzare la comunità ed in particolare i giovani sul tema della solidarietà e della migrazione. Attività presso Istituti, Associazioni ecc. Allestimento della mostra fotografica "Magazzini di anime" realizzata dal fotografo Pietro Politi. Racconti di viaggio e confronto con la platea; Restituzione attraverso un breve laboratorio di scrittura da parte degli studenti e/o pubblico partecipante all’incontro. Prossime azioni E’ in fase di programmazione un nuovo viaggio in Grecia nelle prime settimane del mese di marzo 2017;Raccolta fondi. Mostra fotografica "Magazzini di anime" La scelta del nome non è causale, è qualcosa che nasce nell’attimo in cui i miei occhi si poggiano per la prima volta su una vastità di tende picchettate dentro magazzini abbandonati. Ovunque tracce di vita quotidiana, segni di abbandono, di attesa per un futuro migliore. Sono numerose le sensazioni e le emozioni che si provano nell’entrare per la prima volta in uno di quei capannoni, si assapora l’odore della vita in una sua dimensione alterata. Si ascoltano storie di tutti i giorni, si osservano i bambini giocare e gli adulti chiacchierare, cucinare, stendere i vestiti, ascoltare musica, in una fittizia quotidianità. Come se, una volta attraversato l’ingresso, si entrasse in un universo a parte. La mostra vuole raccontare le condizioni dei rifugiati curdo-siriani in Grecia, inalcuni campi tra Salonicco e il confine con la Macedonia. Il ritratto è la chiave attraverso la quale ho deciso di narrare il quotidiano e il passato delle persone incontrate. Loro si intervallano ad alcuni scatti ambientali. Ogni singola foto mi ha permesso di entrare in contatto con la storia, di adulti e di bambini. La serie di scatti si conclude con il ritratto di quattro bambini, all’interno della "zona rossa". Chiudo il reportage con l’immagine di un bambino, Masum, con le valigie. Masum ha solo il ricordo di quei magazzini; adesso una ONG si occuperà di lui e cercherà il ricongiungimento con suo padre in Germania. Questo reportage è una storia, tra tante storie.Rappresenta un magazzino pieno di anime, scappate da case distrutte dalla guerra, da Daesh e troppo spesso sbattute qua e la come pacchi indesiderati.